Oggi,  alle ore 11.15, assieme al parroco Don Giancarlo,  al Sindaco Carlo Gubellini, all’assessore Elisabetta Scalambra, all’assessore Stefano Grandi, al Comandante della Polizia Locale  Cristina Bignami, al Maresciallo Luogotenente di Castenaso  Andrea Levi,  e a tanti soci della nostra associazione, abbiamo commemorato con una semplice cerimonia e la lettura di un breve ricordo, l’anniversario della morte di Giovanni Damiani avvenuta il 4 dicembre 1910.

E’ stata l’occasione  per un ricordo dell’opera meritoria di Giovanni e della sua famiglia che, come tutti gli abitanti di Castenaso sanno, si rese artefice della costruzione  della casa di riposo che ancora oggi porta il suo nome.

Abbiamo ricordato  assieme quei tempi  di fine ‘800,  in cui visse  Giovanni, borghese di famiglia  benestante ma comunque sensibile  a quello che succedeva intorno a lui nella società. Erano gli anni dell’impegno sociale della chiesa e dell’Enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII.  Anni nei quali matura in lui  la consapevolezza di dover fare qualche cosa per i propri concittadini anziani e privi di mezzi di sostentamento. Negli anni della maturità di Giovanni Damiani,  non esisteva alcuna forma di previdenza pubblica e l’aiuto agli indigenti  poteva essere dato solo attraverso le risorse  in capo alle Opere Pie  che vivevano di lasciti e donazioni. Solo  con la legge Crispi del 1890, queste Opere Pie,  vennero convertite in istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB) e poste sotto il controllo dei comuni.  Le IPAB divennero poi con il D.Lgs 207/2001 e attraverso i recepimenti regionali. Regioni che nel frattempo, con la modifica del titolo V della Costituzione avevano ereditato la competenza in materia,   le ASP ( azienda servizi alla persona)  che oggi conosciamo ( questo non è accaduto solo in tre regioni italiane: la Sicilia, la Calabria e il Veneto dove ancora sussistono le IPAB volute dalla legge Crispi).

Tornando a quei tempi, il comune di Castenaso,  non aveva una struttura che si prendesse cura degli anziani indigenti ( non si parlava ancora  a quei tempi di non autosufficienza. Bastava essere poveri  e non anche malati per essere a rischio di sopravvivenza) e  si prendeva carico di una decina di anziani di Castenaso, ricoverandoli, non senza proteste da parte dei cittadini,   presso la casa di accoglienza di Budrio.   La misura fu colma quando, per un’aumento della retta da parte della gestione di Budrio, si decise di spostare gli anziani di Castenaso verso una  più economica struttura di Imola allontanando ancora di più gli anziani dai loro affetti .

Le proteste dal paese non mancarono di levarsi e fu anche questo uno dei motivi  che diede vita al progetto, assieme alla volontà di Giovanni Damiani che si rese disponibile a finanziarlo  con denaro e donando  il terreno adatto alla costruzione dell’edificio.  Nonostante le due guerre mondiali e tutte le difficoltà del primo dopoguerra, la  Casa di Assistenza e di Riposo Dott. G. Damiani, iniziò a funzionare il 2 marzo del 1957 dopo che l’intero paese si era mobilitato per aiutare nella sua costruzione.  Potete leggere di più sulla costruzione e sui donatori nella nostra pagina.

 

 

 

 

 

 

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